Le ultime volontà dei conti Rota

Marina Paoletić

Venerdì 4 marzo 2016 alle ore 18.30 presso la sede della CI di Momiano la prof.ssa Marina Paoletić ha svolto una relazione sul tema  “Le ultime volontà dei conti Rota: curiosità, commissioni e desideri negli atti testamentari dell’archivio Rota-Benedetti”.

Le ultime volontà dei conti Rota

Le ultime volontà dei conti Rota: curiosità, commissioni e desideri negli atti testamentari dell’archivio Rota-Benedetti”. Questo il titolo proposto dalla prof.ssa Marina Paoletić (nella foto) nell’incontro del 4 marzo 2016 alla Comunità degli Italiani di Momiano, nell’ambito del secondo ciclo di conferenze sul castello di Momiano.

A introdurre la serata è stata Tanja Sufflaj curatrice del Museo etnografico dell’UPA di Buie, Tra i presenti anche il sindaco di Buie, Edi Andreašić, l’Assessore alla Cultura della Regione Istria, Vladimir Torbida, Lorella Limoncin Toth sovrintendente dei beni culturali dell’Istria al Ministero della Repubblica di Croazia, e Irena Penko, preside della SMSI ”Leonardo da Vinci” di Buie.

L’archivio conserva diverse tipologie di documenti, tra cui molto consistente e di notevole importanza risulta il fascicolo dedicato ai testamenti (in totale 32, di cui 2 del Cinquecento, 12 del Seicento, 9 del Settecento e altri 9 dell’Ottocento), relativi ai diversi esponenti e familiari dei conti Rota.

Si parte da quello del capostipite della dinastia, Simone I, fino agli ultimi discendenti nell’800. Questi testamenti sono stati rintracciati, raggruppati e consultati nel corso dell’Ottocento dall’ultimo discendente in linea maschile del ramo piranese della famiglia, il conte Stefano Rota, che fu una persona dai molteplici interessi e che ricoprì l’incarico di archivista e bibliotecario a Pirano. Questi testamenti sono stati in parte citati nel suo articolo “Notizie sui tre casati di Momiano”, uscito in due parti (nel 1886 e 1887) nell’Archeografo Triestino, ma molte delle informazioni emerse da questo studio sono ancora del tutto inedite. 

I testamenti

I testamenti sono fonti importanti dai quali emergono molteplici informazioni. Il luogo dov’è stato redatto, i testimoni e il commissario testamentario, i motivi, le messe in suffragio alla memoria. Vengono citate perciò indirettamente anche diverse chiese e il luogo di sepoltura. Emergono poi i figli (naturali e legittimi), i parenti e gli eredi. 

Il territorio di Momiano con il castello e il feudo di Sipar erano posti sotto fidecommissum e dovevano venire tramandati da padre in figlio o figli (procreati con legittimo matrimonio) in uguale porzione. Vengono poi citate le altre proprietà immobili, ereditate o acquistate, del testamentario. Emergono così la tipologia dei terreni e le località dei medesimi beni, ma anche le case da loro possedute che erano numerose a Momiano, soprattutto nel Borgo di Sotto, ma non solo.

La ristrutturazione

Un momento della conferenza.

Dopo le svariate insistenze e pressioni di Venezia ai Rota per sistemare il ponte e i coperti del castello che era molto danneggiato, si decise la realizzazione di un disegno che spiegasse nello specifico la situazione. Questo dipinto, che oggi si conserva alla Biblioteca Marciana di Venezia, è una delle poche preziosissime immagini che ci illustrano come si presentasse il castello un tempo. Da questo e da una lettera inedita, conservata sempre nell’archivio Rota-Benedetti, si comprendono meglio i veri motivi che hanno dettato la realizzazione del dipinto.

La missiva venne scritta da Alessandro Rota q, Giovanni Pietro e fu proprio lui a commissionare al sig. Bortolo Tonini, pubblico perito di Buie, la sua realizzazione. Questa fu necessaria per spiegare la situazione delle fondamenta del castello, che stava franando pezzo per pezzo. Una ristrutturazione era perciò inutile e i costi erano ingentissimi. Alessandro Rota propose nella lettera una soluzione molto drastica, e quasi sicuramente, stando allo stato attuale del castello, si presume fosse stata ascoltata. Egli proponeva di smantellare i palazzi, che erano di proprietà privata, e di riutilizzare le pietre per la realizzazione di altri palazzi sui propri terreni situati nel borgo di Momiano. Proponeva di ristrutturare la torre che era di carattere pubblico e il cui costo non sarebbe stato eccessivo. Quasi sicuramente è proprio per questo che oggi possiamo ammirare solamente la torre e le mura, uniche parti di dominio pubblico.

Il cortometraggio dei liceali

A fine serata è stato presentato ufficialmente al pubblico il cortometraggio dal titolo ”Momiano … più che un castel”, realizzato dagli alunni della II classe del liceo e da Katia Marušić (IV classe), alla quale si deve la sceneggiatura, della SMSI “Leonardo da Vinci” di Buie con la supervisione della prof.ssa Marina Paoletić e l’appoggio della preside, Irena Penko. Il video, che illustra e spiega in dialetto istro-veneto la storia di Momiano, dalla sua prima citazione (1035) fino al declino del castello, partecipa al Bando di Concorso “Tutela, valorizzazione e promozione del Patrimonio Veneto” a.a. 2015/2016, ambito ricerca storica, al momento ancora in attesa del risultato. Al video hanno collaborato pure la sig.ra Giuseppina Marušić, la dott.ssa Tanja Sufflaj, del Museo etnografico di Buie, diversi membri della CI di Buie (per i costumi), l’Archivio privato Rota-Benedetti e la CI di Momiano.

Questo ciclo di conferenze è finanziato dall’Assessorato alla Cultura della Regione Istriana.

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Fonte: La Voce del Popolo, edizione del 6.3.2016 – articolo di Erika Barnaba (adattamento).